La prima trans per Davide

trans di rubyrouge

Un vero uomo e una vera trans

Ebbene si, oggi vi racconto della mia prima trans. Mi chiamo Davide, ho 36 anni e una bella famiglia, un buon lavoro e onestamente posso dire che non mi manca nulla. Dicono di me che sono un tipo brillante e sempre sul pezzo. Con mia moglie ho un buon rapporto, siamo sposati da otto anni e ci siamo molto divertiti insieme. Certo, dopo un po’ la passione si affievolisce e si finisce con lo scopare sempre meno. A lei sembra andar bene così, è carina e affettuosa ma una volta tra le lenzuola…si trasforma in un ghiro. Mai visto nessuno addormentarsi così in fretta. A volte penso che potrei scoparmela mentre dorme e non se ne accorgerebbe!

Allora, dicevo, lei ha trovato la pace dei sensi ma io no. Io mi sento ancora un toro pieno di sborra da regalare al mondo e, da u paio d’anni a questa parte, mi sono regalato qualche avventura. Niente di impegnativo, intendiamoci, solo meravigliose cavalcate selvagge con troie desiderose di cazzo. Ne ricordo una in particolare, Maria. La chiamavo la Santa Bocchinara. Fuori dalla camera d’albergo pareva una santa suora prossima alla beatificazione ma appena si chiudeva la porta…diventava una zoccola da corsa. Succhiava il cazzo come nessun’altra. Ma questa è un’altra storia.

Un incontro particolare

Io mi sono sempre considerato un uomo decisamente maschio. A me tutte quelle puttanate di scambi di genere e blablabla mi hanno sempre mandato in pappa il cervello. ”Ma pensate alla figa!” dicevo sempre quando sentivo certi discorsi. Poveri scemi, c’è tanta gnocca in giro e se la perdono. E questi erano i miei pensieri mentre facevo la spesa nel piccolo supermercato vicino all’ufficio, prima di tornare a casa dalla ormai frigida e amata moglie.

Giravo tra le corsie cercando di ricordare cosa la mia signora mi avesse detto di comprare quando vidi una donna nel reparto ortofrutta. Era al telefono che parlava fitto fitto con qualcuno ma la vedevo arrossire. Allungava la mano verso le zucchine esposte, le toccava e poi ridacchiava al telefono col suo interlocutore. Era bellissima, alta, lunghi capelli scuri e due bocce da paura strette in un vestito attillato che si intravedeva sotto alla giacca aperta. Era molto elegante seppur eccessiva per il supermercato. Pensai che dopo avesse un appuntamento con la persona con cui stava giocando a ”quale zucchina vuoi scoparti?”

La zucchina provocante di Amanda

La osservavo già da un paio di minuti quando lei si accorse di me. Mi lanciò un’occhiata di traverso e capii chiaramente che stava dicendo al suo interlocutore qualcosa del tipo ”ecco…il solito coglione che mi sta scopando con gli occhi”. Poi lui deve aver detto qualcosa di divertente perchè lei scoppiò a ridere ma, improvvisamente, si fece seria seria. E lì accadde qualcosa di strano.

Allungò la mano, di nuovo verso le zucchine, e guardandomi dritto negli occhi, cominciò ad accarezzarne una. Cazzo, credetemi, stava facendo una sega alla zucchina! Mi stava palesemente provocando e io, cristo si, cadevo nella provocazione! Il mio cazzo divenne la verga d’acciaio di jig robot! Me la sarei scopata li, subito. Fammi un cenno e il mio uccello sarà tuo, pensavo mentre sbavavo modello Homer. Lei si leccò le labbra e portò la zucchina sotto il suo naso, la annusava e mi sorrideva. Mi venne incontro e quando mi raggiunse mi squadrò con un lungo sguardo, si avvicinò al mio orecchio e disse: ”sono nell’albergo qui di fronte, stanza 35, se vuoi ti aspetto tra mezz’ora. Mi chiamo Amanda.”

Come resistere?

Restai imbambolato come un coglione mentre lei usciva dal supermercato e nella mia mente si affacciarono scene in cui la raggiungevo e venivo aggredito da tre omoni che mi facevano a pezzi e buttavano il mio cadavere nel fiume. Una parte di me ripeteva ”no no no non farlo, non andarci, che sei matto?” e l’altra rispondeva con ”hai visto che figa? quando ti ricapita? vai e scopa dannato figlio di puttana!”

Quale voce credete che abbia seguito? Ovvio! Mi diressi verso l’albergo col cazzo in tiro e arrivato alla reception nessuno mi chiese niente. Strano, pensai, ma in effetti era un alberghetto fatiscente, probabilmente ad ore. Va beh dai, è una puttana, è chiaro. Avrei potuto girarmi e andarmene ma c’era qualcosa in lei che ancora non avevo ben identificato e la curiosità ebbe la meglio.

Prima volta?

Bussai e venne ad aprirmi con un sorriso meraviglioso, la testa leggermente piegata sulla spalla e la vestaglietta che ricadeva morbida sulla cura del seno. ”Sei venuto, bene, accomodati”. Cazzo se mi intrigava sta donna ma la mia lingua si rifiutava di collaborare, stavo zitto e ingoiavo l’aria. ”beh? sei timido?” mi chiese ”no…no…è che non mi era mai capitato di essere abbordato così e tu sei così bella…e poi non sono mai stato con una…una…si insomma una come te”. Io intendevo una prostituta ma lei credo avesse proprio frainteso.

”Vuoi dire che è la prima volta? Allora sarà molto più divertente!”. Mi mise le braccia al collo e sentivo il suo profumo e l’eccitazione tornò prepotente. Iniziammo a baciarci e le accarezzai le spalle. Erano muscolose le sue braccia, troppo a dire il vero ma pensai che fosse solo molto atletica. C’era in lei qualcosa di molto particolare ma siccome sono un idiota…ci misi un po’ a capire e dovetti proprio sbatterci sopra.

La dea della pompa

Tutto ad un tratto me la trovai in ginocchio tra le mie cosce ad armeggiare coi miei pantaloni ed eravamo ancora davanti alla porta. Non perdeva tempo e questo mi piaceva. Si prese la cappella in bocca e se la gustò per diversi minuti. La assaporava lentamente e poi faceva schioccare la lingua prima di ingozzarsi fino in gola del mio uccello. E fù li che, improvvisamente, sbattei sul suo cazzo. Di una trans certo ma sempre un cazzo era.

O meglio, il suo cazzo sbattè contro la mia gamba mentre mi succhiava forte. Abbassai lo sguardo e lo vidi. Eretto. Grosso. Spuntare dalla vestaglietta ormai aperta. Vi giuro che non riuscivo a pensare a niente. La mia mente andò in tilt. Ora provate a ragionare davvero quando la dea del pompino vi sta portando in paradiso con la sua bocca. E’ impossibile! Forse una donna ci riuscirebbe ma un uomo…

OPS…una trans

La sua lingua giocava ora con le mie palle, le succhiava e leccava da cagna affamata di cazzo mentre le sue mani restavano aggrappate ai miei fianchi. E piano piano iniziò a cercare il mio buco del culo con la lingua. Ricordo la prima passata di lingua ed il brivido che mi ha percorso tutto. Cristo mi piaceva! Da morire pure porca troia! Lei mi allargava le natiche e infilava la lingua e intanto mi chiedeva se mi stesse piacendo. Fai di me ciò che vuoi, pensavo, ma non fermarti. Se me lo avessero detto non avrei mai creduto che mi sarei fatto una trans.

Lei però si tirò su in piedi, era alta come me, e ora potevo sentire chiaramente il suo cazzo contro il mio. Come avevo fatto a non capire? Eppure adesso era talmente chiaro. E ammettere che fosse la trans più femminile che avessi mai visto non mi faceva sentire meno idiota. Lei mi prese la mano e se la mise sul cazzo. Non avevo mai toccato nessun altro cazzo oltre al mio soldatino e subito la cosa mi impressionò ma non tolsi la mano. Presi ad accarezzarlo e poi a segarlo come avrei fatto col  mio. Ad Amanda la cosa piaceva e mugolava forte mentre iniziò anche lei a segarmi l’uccello.

uno, due…e tre!

Ci spostammo sul letto, lei finì di togliermi i vestiti di dosso e poi si mise a cavalcioni su di me, tutta nuda, con quelle enormi bocce a farmi l’occhiolino e il grosso arnese stretto nella mano. All’improvviso sentii un gracchiare e mi girai verso destra. Vidi il telefono, acceso, in chiamata. Qualcuno ci stava ascoltando. ”E’ tutto a posto” disse lei ”lui mi guida”. Io non capivo una beata minchia ma la voce di lui la sentii bella chiara. ”mettigli il cazzo in bocca adesso”. Amanda si fece più vicina alla mia bocca e potevo sentire l’odore del suo cazzo. Me lo sfregò sulle labbra mentre raccontava a lui cosa stava facendo.

Io tirai fuori la lingua ed assaggiai la sua cappella. Era strano ma molto piacevole. Duro e morbido insieme, caldo, succoso. Lei iniziò a spingerlo tra le mie labbra mentre io la tenevo dalle natiche. Mi sono sentito una puttana in quel momento e mi piaceva da impazzire. Lui le disse di mettersi a quattro zampe e poi si rivolse direttamente a me. ”Ora voglio che la inculi, così com’è, a secco. Un solo colpo e glielo metti tutto dentro” disse lui, ”ma non voglio farle male…” risposi io. ”A noi piace così”. Il tono perentorio non ammetteva repliche, e lei fece un cenno di assenso col capo. Scopa forte la trans, ecco l’ordine.

Scopata selvaggia

Ah si? Vuoi essere sfondata? E va bene, cazzi tuoi. Glielo infilai in culo senza tanti complimenti, un colpo secco e lei urlò. Non mi fermai e continuai a chiavarla con forza, mi sentivo un toro, un selvaggio che montava la sua troia. Lui però aveva altri piani per noi, e mentre sentiva la trans urlare di piacere e dolore, mi faceva notare quanto fosse bello quel buco dilatato e quanto potesse essere piacevole prendere un cazzo gonfio in culo. Mi tentava dicendomi che le avrebbe ordinato di fare piano, lentamente. Mi diede la sua parola. Non mi fidavo ma la voglia di provare era tanta. E poi essere scopato da una trans non era come essere scopato da un gorilla peloso!

Lui mi fece mettere a pecorina e le ordinò di leccarmi il buco del culo per allargarlo un po’ e quello, come avete, capito mi piaceva. Poi infilò la punta del dito e mi piacque pure quello. A dire la verità…ero io stesso a spingere per averlo tutto dentro. Avvicinò la cappella e la strusciò un po’ sul mio culo vergine, poi mise un po’ di lubrificante e cominciò a spingerlo dentro, lentamente e delicatamente. Mi aspettavo di sentire dolore e invece me lo ritrovai infilato a fondo senza avvertire dolore. Sentivo la cappella muoversi su e giù e il cazzo mi stava letteralmente scoppiando.

Litri di sborra

Intanto sentivo lui che si stava segando il cazzo e incitava Amanda ad andare più veloce. ”Ora puoi sfondarlo piccola, scopalo forte”. E lei, ubbidiente, cominciò a fottermi con una tale foga che crollai sotto i suoi colpi, non so dirvi tutto quello che provavo ma il piacere era enorme. Il cazzo ora mi sfregava contro le lenzuola e sentivo l’orgasmo arrivare. Fu come un’esplosione nel mio culo, spasmi e tremori convulsi alle gambe. Sentivo le sue tette sulla mia schiena e le sue palle sbattere contro le mie. Urlai di piacere mentre il mio culo godeva e il mio cazzo schizzava sborra su tutto il lenzuolo.

Lui le disse che era pronto. Lei si tirò fuori , mi girò sulla schiena e mi piazzò il cazzo in bocca. Si segava nella mia bocca con foga mentre si strizzava un capezzolo. L’uomo la incitava e ci chiamava troie, vacche, bevisborra e rotteinculo. Avevo la bocca piena e guardavo lei concentrata. Mi schizzò in bocca una tale quantità di sborra che pensai di soffocare. Ingoiai tutto sentendo quel sapore acre e quell’odore forte dell’inculata. Anche lui venne e lo fece urlando come un porco scannato. Poi, dopo un paio di minuti, lui parlò di nuovo, mandò lei in bagno e a me disse ”grazie, ora puoi vestirti e andartene”. E chiuse la comunicazione.

Non rividi mai più Amanda ma da quella volta, quando sento certi discorsi, non penso più ”poveri coglioni pensate alla figa”. In quei momenti io ripenso a quel cazzo e poi,di solito, vado a cercare Funny, la mia nuova trans dal cazzo grosso e gli occhi da cerbiatta in calore.