Avventura lesbo per Viola

Lesbo girl

Conobbi Margherita, Maggie, una sera di giugno di qualche anno fa. Ero uscita con degli amici a far festa e andammo in questo localino in zona mirafiori a Torino. E’ un locale molto particolare con moltissime ambientazioni diverse, sia dentro che fuori nel grande giardino. Beh, chi c’è stato sicuramente già così ha capito di quale locale si tratti. Andavamo spesso lì, prima della pandemia, a bere un cocktail e fare quattro chiacchiere. Eravamo un bel gruppo di amici ma, quella sera, Max e Chiara avevano deciso di rompere i coglioni a tutti mettendosi a litigare e lanciarsi frecciatine acide. Ci misi tipo tre minuti netti ad eclissarmi per non subirli.

Mi rifugiai dentro, al bancone del bar, pensando di fare due chiacchiere con la splendida barista dai capelli scuri. Ordinai un altro drink e mi misi comoda sullo sgabellone. Ma la barista era impegnata e io iniziavo ad annoiarmi e a pensare che sarebbe stato meglio restarmene a casa quella sera. Finchè ”lei” non comparve accanto a me. Bella da togliere il fiato.

Figa da paura

Vedete, io non sono lesbica in senso stretto perchè il cazzo mi piace, eccome se mi piace ma non ho mai disdegnato una bella fighetta calda e profumata. Certo Maggie non era il tipo di donna che in genere mi colpiva, preferisco le more e invece lei era bionda. Una bambolina bionda coi capelli a caschetto e gli occhi leggermente a mandorla di un meraviglioso azzurro mare. Nasino all’insù e un fisico da sballo. Decisamente magra e con due tettine piccole che puntavano i capezzolini proprio verso i miei occhi attraverso un toppino aderente che rivelava l’assenza del reggiseno.

Un paio di cosce lunghe ben tornite avvolte da pantaloni leggeri e ampi che lasciavano scoperto l’ombelico e mostravano la linea delle anche sopra l’elastico. Ripeto, era bella da togliere il fiato. E venne a sedersi proprio a fianco a me. Il suo profumo di borotalco me la fece desiderare all’istante. Lei mi guardò e mi fece un sorriso stupendo, alla Julia Roberts, con quella fila di denti bianchissimi. Ci presentammo dopo una battuta scema che feci sui miei amici e sul perchè preferissi stare li invece che comoda su un divanetto.

Docile bambolina lesbo

Il feeling tra noi fu istantaneo e poco dopo ci trasferimmo all’esterno per continuare a ridere, bere, scherzare e flirtare. Lei era dolcissima ma aveva anche un senso dell’umorismo piuttosto spiccato. Ricordo che ad un certo punto le accarezzai una ciocca di capelli e lei piegò la testa di lato e io avrei voluto affondare subito nella piega del suo collo. Mentre mi raccontava episodi della sua vita io immaginavo solo di aprirle le cosce e scoparle quella sua fighetta fino a farla urlare.

Non ricordo bene cosa ma stava raccontando una roba della sua ultima relazione e all’improvviso le dissi ”sta zitta cazzo!!” e la bacia. Sentivo la sua lingua morbida arrotolarsi con la mia mentre la mia figa urlava ”scopami ora!!”. Volevo strapparle quel top e iniziare subito a succhiarle i capezzoli, non esisteva più niente intorno a noi. Mi staccai un momento e la vidi arrossire e decisi che era timida, probabilmente una un po’ sottomessa che andava guidata. Ok, pensai, nessun problema. ”Andiamo da me, adesso”. Lei mi seguì docile come un cagnolino mentre, tenendola per mano, andavamo verso la mia auto.

 

La tigre affamata

 

In ascensore lei teneva gli occhi bassi e sorrideva. Il mio angelo biondo…oddio le avrei fatto di tutto da li a poco. Aprii la porta di casa e la invitai ad entrare ma, appena mi voltai per richiudere la porta, me la ritrovai addosso. La bambolina si era trasformata in una diavolessa, in una tigre affamata. Mi teneva forte contro la porta, il mio corpo era inarcato mentre le davo la schiena e lei alzò la gonna del mio vestito e infilò subito due dita dentro di me. Era fuoco puro, passione incandescente. Le sue mani erano ovunque e mi ordinava ”sta ferma”.

Mi strappò le mutandine di dosso e iniziò a leccarmi la figa e il buco del culo con una tale maestria che venni in meno di due minuti, colandole sul suo bel visino. Per un attimo provai a muovermi ma lei non si fermava, continuava a leccare tutti i succhi della mia figa e a sditalinarmi il clitoride ancora durissimo. Mi infilò un dito nel culo e me lo scopò così, delicatamente ma senza sosta fino a farmi venire di nuovo.

Il mio turno di scoparla

 

A quel punto, però, era decisamente il mio turno di assaporare il suo corpo che desideravo da ore. Mi girai e iniziai a spingerla verso la camera da letto tenendole una mano dietro la testa e baciandola, anzi…divorandola. Davanti al letto le tolsi quel minuscolo top scoprendo quelle tettine che mi avevano provocato tutta la sera e mi ci tuffai. Riuscivo a prenderla quasi tutta in bocca, succhiavo e mordicchiavo mentre lei gemeva di piacere. La buttai letteralmente sul letto e mi tolsi il vestito. Poi tirai via anche i suoi pantaloni e, allargandole le cosce, la baciai attraverso le mutandine.

Quel profumo di femmina era il paradiso. La sua figa liscia era calda e morbida ed estremamente bagnata. Strappai le sue mutandine e cominciai a scoparmela con la lingua mentre la mia mano cercava ancora il suo seno. Lei mugolava e stringeva il lenzuolo in un pugno. Si inarcava contro la mia bocca offrendomi il suo clitoride duro e ritto come un cazzo. Volevo fotterla, scoparla senza pietà, farla godere come non mai.

Giochi lesbo, strap-on

 

Aprii il cassetto del comodino ed afferrai lo strap-on col quale tante volte mi ero divertita a giocare con docili femminucce. Ma lei era diversa, era tutt’altro che docile e scoparla forte mi dava un’eccitazione maggiore. La penetrai con forza affondando completamente nella sua figa e iniziai a trapanarla senza sosta, veloce e poi lenta, e di nuovo veloce. Maggie urlava di piacere ma vedevo scintille nei suoi occhi e sapevo che, se le avessi dato modo, mi avrebbe scopato in modo selvaggio. Non che la cosa mi dispiacesse, capiamoci, ma mi divertiva da morire la lotta fra di noi, su chi era il capo, la più forte e volevo domarla

E la lotta andò avanti tutta la notte. Il momento in cui lei prese il sopravvento mi stava ripulendo il cazzo dagli umori della sua figa. Mi buttò all’indietro e mi strappò il cazzo che era legato in vita. ”Allora? vuoi giocare sporco? Giochiamo…” . Mi ribaltò e mi trovai con il viso schiacciato sul cuscino e la cappella di quel grosso cazzo che puntava sul mio buchino stretto stretto. Mi mise del lubrificante e mi penetrò il culo in un colpo solo e iniziò a martellarmi senza pietà. Cristo quanto godevo! Mi misi il dito sul clitoride e venni di nuovo in un lampo, urlando.

Un ultimo orgasmo lesbo

 

La notte andò avanti così a lungo, io penetravo lei e lei scopava me. Adoravo mordere le sue natiche mentre la leccavo per poi penetrarla di schiena, sdraiata su di lei. Poi mi montava sopra e mi cavalcava mentre le strizzavo le tettine. Sentivo le lenzuola bagnate dal sudore e dalle nostre fighe fradicie ma nessuna delle due aveva voglia di smettere, di arrendersi e darsi per vinta. Così, fino all’alba, continuammo a scopare i nostri corpi. Le mie dita, intorpidite, scavavano nella sua carne alla ricerca di nuove gocce di piacere. Fino a che, quando la luce del giorno iniziò ad entrare dalla finestra, esplodemmo entrambe in un ultimo, magnifico e potente, orgasmo.

Ci addormentammo l’una sull’altra, sfinite. Riaprii gli occhi qualche ora e lei non c’era più. Mi aveva lasciato un bigliettino vicino alla moka pronta che diceva ”sei stata la cosa più bella che mi sia capitata da molto tempo. So che restassi ti scoperei fino a creparci. Ti ho guardata dormire e sei bellissima e per questo devo andarmene. Sei pericolosa!! Addio, Maggie.” L’ho rivista una sera di novembre dell’anno successivo. Era con una donna, piccola e minuta. Ci guardammo a lungo. Poi mi alzai e andai verso l’uscita. Sentii i suoi tacchi seguirmi…e un brivido mi percorse la schiena. Ma questa è un’altra storia…

 

Racconto di Viola 199 . Chiamala per altre storie sexy allo 0695541845 oppure all’899626217