Uscita dal tribunale si sentì subito più leggera. Una firma apposta su di un documento aveva decretato la sua libertà. Alle spalle quel matrimonio in cui aveva tanto creduto che lentamente si era sgretolato…ma nulla più importava. Salendo in auto accese il condizionatore, selezionò il numero dell’amica del corso di ballo che negli ultimi mesi l’aveva sostenuta e spalleggiata. Il suo preciso intento era che quella sera avrebbe brindato alla sua nuova vita. Sapeva della festa in spiaggia, che chiudeva il corso di balli caraibici organizzato dal gruppo a cui aveva preso parte nelle serate più buie dell’ultimo periodo ma che lentamente l’aveva fatta risplendere, sorridere ed inculcato in lei l’idea che fosse ancora bella ed attraente. Mentre guidava pensava a quel uomo tanto affascinante Roberto, che negli ultimi giorni si era aggiunto alla compagnia. Sorriso ampio, mani forti, una presa robusta e coinvolgente. Iniziò a sorridere ricordando quel profumo agrumato che le stuzzicava le narici…
Chissà se quella sera avrebbe preso parte alla festa? Chissà se anche lui era stato in qualche modo colpito da lei? Pensò, che poco importava, nessun progetto, nessun programma. Si sarebbe concessa di lasciarsi andare alle emozioni del momento.
Arrivata a casa buttò gli abiti sul letto, scalza e in lingerie si diresse in cucina, aprì il frigorifero e prese quella bottiglia di prosecco… le ardeva la gola, non voleva pensare a nulla ma solo pregustare la serata che l’attendeva, si distese sul letto e si addormentò.
Si svegliò di soprassalto con il ronzio della sveglia che suonava chissà da quanto. Accidenti quel prosecco le aveva tirato un brutto scherzo. Si infilò velocemente sotto la doccia, pensando che, intanto quelle belle arrivano sempre in ritardo. Dopotutto non aveva nessun obbligo, niente e nessuno a cui render conto perciò…
Si asciugò i lunghi capelli biondi, scelse con cura l’intimo più seducente che aveva, ed indossò quel tubino con la profonda scollatura sulla schiena. Il sandalo dorato impreziosito di pietre colorate, quell’unico bracciale e le immancabili gocce di profumo al gelsomino. Un ultimo sguardo allo specchio e…però, 40 anni e non mostrarli! Si chiuse la porta alle spalle ed usci.
Di nuovo ragazzina
Arrivata al locale la musica l’avvolse subito appena varcata la soglia. Quanta gente accidenti, si guardò intorno alla ricerca di volti amici. Eccoli, li scorse ad un tavolo, i ragazzi del suo corso. Andò loro incontro e subito fu travolta da quella musica, da quelle note che le trasmisero gioia ed euforia. Sì, pensò, mi butto subito, mi sono riposata, ho voglia di scatenarmi questa sera e di divertirmi senza pensare a niente. Al principio fu un passare da un ballerino ad un altro, ma erano tutti stupendamente bravi e lei si sentiva una farfalla che volteggiava. Ho fatto proprio bene, pensava, era proprio quello che ci voleva, musica e gente allegra. Fu a quel punto che se lo ritrovò davanti. Roberto. Pelle abbronzata, camicia bianca, pantalone blu, sorriso smagliante, quegli occhi azzurro/grigi penetranti che per un attimo la trafissero. Fu un istante, le sembrò come in un fermo immagine che tutto si fosse congelato, avvertiva la musica in lontananza. Che cosa stava accadendo? Probabilmente il prosecco non era ancora stato del tutto smaltito? Si disse: “sorridi, datti un contegno, non fare che se ne accorga subito, dopotutto sei libera solo da poche ore”.
Fu lui a parlare per primo, cose futili per carità, ma già da quelle prime battute le fu chiaro che anche lui era fortemente attratto da lei. Bene, pensò, questa sera mi lascerò andare, accada quel che accada. Ballarono insieme per tutta la sera, la tenne stretta a se con vigore, in più occasioni le loro gambe si intrecciarono, sembrava che stessero già provando a fondere i loro corpi. La serata passò rapidamente e quando giunse il momento di andar via fu chiaro che avrebbero continuato altrove la serata.
Appartati
Il tragitto fu breve, si ritrovarono nell’appartamento di lei e già sull’uscio di casa si sentiva la forte attrazione dei corpi. Aderivano perfettamente l’un l’altro, più si avvicinavano e più cresceva l’eccitazione, La prese lì sulla porta, appena chiusa, sollevandole il vestito, le dita iniziarono a frugare e ad allargarle le labbra già umide e vogliose. Il clitoride duro e pulsante era pronto ad esplodere. Lei lo fermò, non per pudore, ma per assecondare un istinto animale che la pervase. Si inginocchiò guardandolo dritto negli occhi, butto giù la zip dei pantaloni facendoli afflosciare sul pavimento e prendendo il cazzo in mano. Iniziò ad annusarlo a strofinarselo sulle labbra, con la punta della lingua iniziò a baciarlo, leccarlo, lo riempì di saliva che trascinò dai testicoli al buco del culo. Lì, in bilico sui tacchi, iniziò a succhiarlo con voracità, sentendo ad ogni istante piccole scosse del pene ad ogni suo tocco. Unitamente alla mano prese a masturbarlo dapprima lentamente poi con più vigore, mentre vedeva tracce di rossetto solcare quel membro ormai turgido e pronto ad esplodere. Si sentiva la sua mano appoggiata sul capo, un chiaro invito a continuare e no, non voleva allontanarla, bensì tenerla più stretta e ferma. A quel punto Roberto la sollevò e prendendole la mano si spostò conducendola nella camera da letto. La fece sdraiare sul letto e riprese a baciarla sul collo, lentamente discese sui suoi seni e prese a mordicchiare e tirare i capezzoli. Lei con i capelli sconvolti, gli occhi come drogati, si sentiva come se Roberto avesse mille mani e mille bocche. No, non era dolore, ma puro piacere quello che Anya in quel momento stava provando. C’era in lei tutta l’urgenza e il desiderio di essere presa e posseduta.
Le fece scivolare il vestito e liberandola dal reggiseno la fece girare. Le fece allargare le gambe e con la lingua iniziò a stuzzicarla in mezzo alle cosce. Anya trattenne il respiro pensando che avrebbe schizzato in un nano secondo, mentre il suo intento era quello di gustare ancora un po’ quel momento. Sentiva i suoi denti affondare nella carne e il suo corpo aderire al suo. L’assecondò….sentì la lingua che la penetrava, l’assaggiava e la succhiava mentre la sua figa ed il suo culo aperti chiedevano esplicitamente di essere penetrati! Roberto allora iniziò, con il cazzo in mano, a strofinarlo, a seguire il corso delle sue natiche e piano piano ad affondarsi nei suoi orifizi. Tutto il suo corpo era percorso da brividi, sentiva i colpi di lui urgenti che la penetravano, che si susseguivano come i pistoni di un motore che, acquistando velocità, aumentano il ritmo incalzante. Voleva raggiungere l’orgasmo, lo desiderava più di ogni altra cosa. Lo sentiva ansimare, il respiro pesante ed affaticato nelle orecchie che le esplose dentro come un eruzione di un vulcano. Se lo ritrovò accasciato addosso, schiacciata dal suo corpo, ad assaporare quel senso di appagamento e quiete che ne seguirono. Non poteva guardarlo in viso ma sentiva il piacere che avevano appena condiviso. Socchiuse gli occhi pensando che avrebbe rivissuto quel che era appena accaduto per i giorni a seguire senza però fare alcun tipo di progetto perché, sì, Roberto era stato fantastico, ma voleva assaporare la sua libertà e non voleva pensare se si sarebbero rivisti!
In quel momento non le interessava nulla e con questo pensiero si addormentò.
Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è assolutamente voluto e per nulla casuale! 😅😎
Racconto scritto da Anya cod. 151